La XIII edizione del Danceproject Festival inizia il 14 dicembre alle ore 19.00 presso la sede dell’ACTIS a Trieste in via Corti 3/A con un appuntamento, il primo di quattro incontri, sul linguaggio della danza a cura della danzatrice e coreografa Marta Bevilacqua della compagnia Arearea di Udine. Questo appuntamento vuole essere il primo di una serie di incontri dove i partecipanti possono dialogare con l’artista, ascoltare la sua interpretazione relativa al linguaggio della danza, vedere dei filmati, condividere impressioni, domande …

LA DANZA COME LINGUAGGIO
La danza appare, a una prima considerazione, inscritta nell’ambito delle manifestazioni umane svincolate dal dominio della lingua, libera di esprimere i propri contenuti senza doversi servire delle regole del linguaggio ordinario: un particolare modo di comunicare, magari ambiguo ed oscuro, e tuttavia capace di svegliare dimensioni che non appartengono strettamente alla natura del linguaggio verbale.
Se però non possiamo prescindere mai dalla intenzione comunicativa, e se la danza, come qualsiasi produzione umana, è da considerarsi in vista di un fine comunicativo, allora anch’essa non può non prevedere l’uso di un linguaggio condiviso.Infatti ogni segno acquisisce un senso determinato se incluso in un contesto semiotico comune, una scrittura condivisa e costruita attraverso una pratica sociale.
La “debolezza” del linguaggio della danza emerge quando ci si accorge che le sue espressioni non amano la catalogazione e non sottostanno alle regole della logica, quando ci di accorge che i suoi segni coinvolgono più intelligenze: musicale, spaziale, motoria…
Da qui la domanda: la danza significa qualcosa, vuol dire qualcosa? Qual è il suo linguaggio?

Ti aspettiamo!

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