e con Michele Calcari
musiche originali dal vivo Paolo Spaccamonti
immagini Giorgina Pi / supervisione sonora Valerio Vigliar
disegno sonoro Paolo Panella / disegno luci Andrea Gallo
assistente alla creazione Maurizio Camilli
produzione Balletto Civile – Bluemotion
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
con il sostegno di MiC
Lo spettacolo dalla forte impronta musicale è una ballad-perfomance sulle vicende dell’Amleto viste con lo sguardo dello Spettro del padre. Il suo famoso monologo -alla fine del primo atto- viene indagato decostruito e ri-assemblato. Le rivelazioni che il fantasma del vecchio Re fa a suo figlio sono il motore di tutta la trama.
Ricompare più volte nel corso della tragedia, riempie di terrore chi lo incontra, inizialmente viene scambiato per un’illusione, un sinistro presagio, fonte di diverse interpretazioni da parte di quelli che lo hanno incrociato.
Amleto sa che il fantasma di suo padre si aggira tra le nebbie di Elsinore, aspetta, danza in maniera ossessiva, frammentata, sta di guardia con la speranza che lo spettro riappaia, e quando arriva è come un diavolo in carne e ossa di ritorno dalla tomba, che dal suo podio radiofonico gli descrive il tradimento dello zio e della madre, il suo girovagare per la terra, senza pace. Snocciola pezzi di monologo che diventano dei refrain semplici dentro una musica istintiva come un disco alla Nick Cave con qualcosa che alla fine rimane in testa.
Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo. Che cosa vuol dire vendicare un padre?
Amleto è un fantoccio del teatro, ectoplasma e figura esistenziale per eccellenza.
Uno spaventapasseri che prende vita e guarda il mondo, da un nuovo punto di vista. Cerca di capire qual’è la sua eredità. Il peso dei padri non ricade su ognuno di noi? Siamo orfani in questo occidente senza eredi.
Una performance recitata e danzata generata dalle distorsioni elettriche di una chitarra-cardiogramma, pulsazioni, in un flusso continuo di suono dal quale nascono delle songs, che diventano dei ritornelli fusi con le immagini inconsce e surrealiste, fotogrammi associati per analogie di confine tra veglia e sonno.
Anche questa volta si partirà dal vuoto, il corpo e il suono nel vuoto.
Essere o non essere, è ancora questo il problema?