L’umanità ingrata nei confronti della Natura incentiva modelli di sfruttamento predatori, svincolati da principi di solidarietà, che aumentano il degrado ambientale e riducono la capacità del pianeta di soddisfare i bisogni primari dei suoi abitanti, dando vita a perenni conflitti tra popoli. L’attuale sistema di produzione e consumo entra in aperto contrasto con la natura ed i processi evolutivi naturali, imponendo ritmi e meccanismi con essi incompatibili. Un’allarmante analisi dei ricercatori del National Center for Climate Restoration
australiano delinea uno scenario in cui entro il 2050 il riscaldamento
globale supererà i tre gradi centigradi, innescando alterazioni fatali
dell’ecosistema globale e colossali migrazioni da almeno un miliardo
di persone. Dopo il superamento dei “punti di non ritorno” climatici il riscaldamento globale si autoalimenterà anche senza l’azione dell’uomo, rendendo inutile ogni tardivo tentativo di eliminare le emissioni.