Gli spettacoli
XXI Danceproject FestivalDanza site specific nel castello di Staniel (SLO).
Progetto su “Il gelso dei Fabiani”.
Compagnia Bellanda (danze)
Daniela Gattorno (letture)
in colaborazionje con Ass. nat. Curiosi di Natura
L’umanità ingrata nei confronti della Natura incentiva modelli di sfruttamento predatori, svincolati da principi di solidarietà, che aumentano il degrado ambientale e riducono la capacità del pianeta di soddisfare i bisogni primari dei suoi abitanti, dando vita a perenni conflitti tra popoli
Silent performance ( con cuffie wireless) nata dalle suggestioni di testi di scrittori italiani e sloveni scelti e interpretati da Daniela Gattorno e Nikla Petruèka Panizon.
Site specific con Daša Grgič , estratto da Plenir.
Caput Adriae è un percorso attraverso la nostra storia e il nostro territorio. Uno
spettacolo teatrale in lingua italiana e slovena di Nikla Petruška Panizon che sarà
affiancata dalla danzatrice Daša Grgič.
“Frammenti”, ispirato al brevissimo racconto di Frederick Brown, mette in evidenza quanto sia arbitrario il confine tra noi e gli altri.
La domanda che se ne ricava è: “l’Altro” prova le stesse cose che proviamo “Noi”? Dal punto di vista dell’Altro, il ‘mostro’ da combattere siamo Noi.
BeCause – confine d’equilibrio, è uno spettacolo nato dalla collaborazione fra Giovanni Bertossi (musicista) e Alice Lovrinic (danzatrice). La performance, volge lo sguardo sul tanto vitale quanto
controverso rapporto fra uomo e natura.
Manifest è una visione, una speranza, una richiesta per un mondo senza confini che
sostiene la libertà e promuove un senso di inclusione e unità. La performance è un
Manifesto per un mondo migliore che aspira a trasformare la società e le nostre relazioni
reciproche. Il progetto concettuale di Mojca Majcen e la performance di Daša Grgič
incarnano questo messaggio per un domani migliore e un futuro condiviso.
Loose Dogs è un atto poetico dedicato a chi dissente, un lavoro che unisce scrittura e parola
ad una ricerca quotidiana sull’azione danzata e la scomposizione fisica.
In questo luogo non definito, bettola di periferia o chiesa immensa, angolo di strada o stanza d’albergo, un corpo e l’urgenza di dire.
Il suono è materia.
Una sfida.
Perché la storia si ripete e l’uomo resta un abisso se ci guardi dentro.
Una casa separata da un confine che l’uomo ha deciso a seguito di un temporaneo armistizio diventa metafora dell’attesa, di un’esistenza sospesa, in bilico tra realtà e illusione, in cui si possono scorgere i resti di qualche vecchio elemento d’arredo, mentre tutto intorno risuonano le voci, i boati, le sirene, i rumori di un campo di battaglia
La danza contemporanea incontra la scultura di Mascherini
Progetto di studio di e con Daša Grgič
Collaborazione artistica Leonardo Bordin
Casa Atelier Marcello Mascherini Sistiana Trieste
Come il bruco si trasforma e diventa farfalla attraverso un ciclo biologico chiamato metamorfosi, anche l’uomo passa attraverso più fasi prima di compiere un’evoluzione. Dagli organismi monocellulari all’Homo Sapiens, dal neonato all’adulto tutto evolve alla continua ricerca della perfezione… ma qualcosa è andato storto! Il pianeta è in pericolo e l’umanità non è certo senza difetti.
Ogni azione d’archivio ha a che fare con un arco cronologico che si esprime con estremo remoto ed estremo recente. Estremo Remoto mette in relazione la danza contemporanea con le storie nascoste nell’Archivio di Stato di Trieste. Marta Bevilacqua (Compagnia Arearea – Udine) e Stefano Mazzotta (Compagnia Zerogrammi – Torino) attivano una ricerca coreografica che ha per coordinate concetti come corpo/memoria/archivio/confine.